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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 35



Rainer Maria  Rilke, Poeti solitari
a cura di Susanna Mati

 pag. 32, ISBN 8887741263

Euro 4,00
IN SINTESI

Due prose liriche inedite in Italia del grande autore praghese.


UN ASSAGGIO

>«...e non è impossibile che noi stessi si sia diventati diversi attraverso la potenza di un poeta solitario, il quale sia vissuto centinaia di anni fa e del quale non sappiamo nulla. Oppure c’è qualcuno che crede seriamente che la preghiera di un santo, che l’indicibilmente abbandonato giorno di morte di un bambino o che la singolarità di un grande criminale possano andare perdute così come un sì o un no o come il rumore di una porta che sbatte?».







L’AUTORE

René Maria Rilke nasce a Praga il 4 dicembre 1875; a partire dall’età di dieci anni frequenta l’Accademia militare, trascorrendovi un doloroso periodo di alienazione. A venti anni pubblica la prima raccolta poetica, Vita e canti, e poco dopo incontra Lou Andreas-Salomé, la quale muta il nome del poeta in Rainer; a lei deve la conoscenza di Nietzsche, di Freud, dell’angelologia iranica. Insieme compiono un viaggio in Russia. A questo periodo risalgono il Libro delle ore, le Storie del buon dio, La ballata di amore e morte dell’alfiere Cristoph Rilke. Nel 1900 conosce a Worpswede Clara Westoff, sua futura moglie, e dal 1902 soggiorna a Parigi studiando Rodin e Cézanne; dalla sua permanenza nella metropoli nascono i Quaderni di Malte Lauridds Brigge. Durante gli anni successivi viaggerà, sentendo sempre il richiamo parigino, in Francia, Germania, Italia, Boemia, Tunisia e Egitto. Nel 1912 inizia nel castello di Duino (Trieste) le Elegie duinesi che si compiranno dieci anni dopo a Muzot (nel Vallese); nel 1916 è richiamato all’Archivio di guerra a Vienna; nel periodo del conflitto mondiale Rilke è affetto da quella che gli pare una terribile sterilità. Dal 1921 si stabilisce nel castello di Muzot, dove nasceranno, oltre alle Elegie, anche i Sonetti a Orfeo. Negli ultimi anni di vita scriverà un ciclo di poesie in francese, aumentando col tempo la frequenza dei ricoveri in sanatorio a causa della leucemia che lo porterà alla morte il 29 dicembre 1926.

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