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Collana «Ocra gialla»
volumetto n° 91



Zinaida  Gippius, Il sorriso
a cura di Paolo Galvani
 pag. 48, ISBN 978-88-6226-134-0

Euro 4,00
IN SINTESI

Cinque prose inedite in Italia della poetessa e scrittrice russa, relative alla sua emigrazione parigina negli anni Trenta in cui si fondono armonicamente vari aspetti della cultura russa tradizionale: l’arte, la religione, la filosofia, il pensiero politico e sociale.


UN ASSAGGIO

«Era già il crepuscolo – suonarono. Aprii la porta e con perplessità guardai una dama sconosciuta, vestita di nero.»







L’AUTORE

Zinaida Gippius nasce nel 1869 a Belevo (Russia centrale) da un giurista e un’avvenente siberiana. Discende da una famiglia di nobili tedeschi, i Von Hippius, giunti in Russia dal Meclemburgo nel XVI secolo. L’infanzia e l’adolescenza sono segnate dalla tubercolosi. A causa della salute non riesce a frequentare studi regolari, ma si forma autonomamente. Sono anni segnati dalla passione per la lettura: divora i classici russi, rivelando una predilezione per Dostoevskij. Nel 1888 conosce il giovane Dmitrij Merežkovskij, poeta destinato a diventare una figura carismatica dell’intelligencijarussa. Escono su rivista i primi suoi versi e diviene un’illustre rappresentante del simbolismorusso. L’anno seguente i due poeti si sposano e si trasferiscono a San Pietroburgo. Vivranno insieme per più di cinquant’anni. Viaggiano per l’Europa (Italia, Grecia, Turchia). Intraprendono un’intensa attività letteraria. Nel 1905 diventa un’ardente rivoluzionaria, scrive numerosi versi su temi politici. Dopo la rivoluzione assume un atteggiamento anti-bolscevico e decide di emigrare col marito. Nel 1920 arrivano a Varsavia, dove collaborano con «Svoboda» [Libertà], giornale dell’emigrazione russa. Poi passano a Wiesbaden e da lì a Parigi. Si spegne nella capitale francese nel 1945.

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