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Maurice
Sachs,
Una valigia di carne
Antonio Castronuovo pag.
52, ISBN
9788862261159
Euro
4,00
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L’AUTORE
Maurice Sachs nasce a Parigi nel 1906 da genitori ebrei. Il padre, donnaiolo, lascia la famiglia quando il piccolo ha appena sei anni; la madre si risposa e dopo alcune sventure si ritira in Inghilterra, facendo perdere le tracce. Il giovane Maurice si converte al cattolicesimo, entra in seminario e ne viene ben presto cacciato per aver sedotto un minorenne. Già da ragazzo inizia una vita truffaldina, dedicandosi ai commerci più loschi e contando sul proprio aspetto signorile. L’amore per la letteratura ereditata dal nonno lo porta a scrivere e a lavorare per l’editore Gallimard. Spinge a sua volta alla scrittura Violette Leduc, con la quale – benché anche lei omosessuale – ha una relazione. Diviene amico e amante dell’intellighenzia omosessuale parigina: Jean Cocteau, André Gide, Max Jacob. Vive di espedienti: truffa, traffica in argenterie e gioielli, rubacchia in casa di amici, si prostituisce. Alterna a quelli del vizio, periodi di mortificazione e inclinazione alla virtù. Negli anni Trenta fugge in America per sposare la figlia di un pastore protestante, ma dopo tre anni torna in Francia con un giovane americano. Durante l’occupazione tedesca di Parigi si dedica anche al mercato nero. Va poi a lavorare come volontario in un cantiere di Amburgo, dove diventa delatore per la Gestapo. Arrestato a sua volta, viene rinchiuso in una cella. Durante un trasferimento verso Kiel viene ucciso nella primavera del ’45 da un carceriere con una pallottola alla nuca.
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