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Collana «I quaderni di via del Vento»
volumetto n° 77



Tod  Robbins, Mute, bianche e stupende
A cura e traduzione di Francesco Cappellini
 pag. 44, ISBN 978-88-6226-094-7

Euro 4,00
IN SINTESI

Un racconto inedito in Italia dello scrittore americano Tod Robbins, noto al grande pubblico per un altro racconto da cui fu tratto nel 1932 il celebre film Freaks, che tanto scandalo suscitò per la crudezza con la quale mise in scena creature circensi bizzarre e deformi.


UN ASSAGGIO

«Quindi, senza esitazione, senza paura, quasi senza prendere fiato, le due donne bevvero il loro caffè avvelenato. Le guardai con una curiosità calma e distaccata. Poi, i momenti successivi furono i più imbarazzanti della mia vita. Era come se stessi conversando con dei fantasmi. Quello che dicevo sembrava fuori luogo, come se volessi scherzare, ma le mie battute andavano molto oltre il senso dell’umorismo. Mi sforzai di ridere, e la mia stessa risata familiare risuonava rauca e gutturale come il gracchiare di un corvo. E queste due donne sembravano così rigidamente formali che non si sarebbero divertite in alcun modo.»







L’AUTORE

Clarence Aaron “Tod” Robbins nasce a Brooklyn, New York, nel 1888 da una famiglia ricca e influente. Il nonno paterno, magnate industriale, aveva accumulato una fortuna che alla sua morte divise tra figli e nipoti. Ciò che permise al futuro scrittore di non avere più preoccupazioni economiche per il resto della vita. Pubblica il suo primo romanzo, Mysterious Martin, il cui protagonista è un serial killer, nel 1912; i romanzi e racconti che seguirono furono tra i più letti dagli appassionati del macabro e dell’horror, molti di essi trasformati in film. Il suo romanzo The Unholy Three (Il trio infernale) ebbe due versioni cinematografiche, una muta (1925) e una sonora (1930). Il suo nome rimane però ancora oggi legato al racconto Spurs, da cui il regista Tod Browning trasse il contestatissimo film Freaks (1932), recentemente restaurato. Uomo mondano e noto playboy, ebbe quattro mogli (incerta l’attribuzione di una quinta), fra cui giovani ereditiere, una famosa tennista e una futura miss America. Ciò nonostante aveva un carattere molto riservato, non concesse mai interviste e di lui abbiamo solo pochissime fotografie. Nel 1920 abbandonò gli Stati Uniti per andare a vivere nel sud della Francia, in Costa Azzurra, e lì rimase nonostante gli avvertimenti degli amici, anche allo scoppio della seconda Guerra Mondiale. Fu internato in un campo di concentramento in Lorena insieme ad altri americani e inglesi e dopo la guerra tornò alla sua villa di Saint-Jean-Cap-Ferrat, dove morì nel 1949. 

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