|
Felix
Vallotton,
Vedo vivere, non vivo.
A cura e traduzione di Marco Alessandrini. pag.
40, ISBN
978-88-6226-087-9
Euro
4,00
|
|
|
|
|
L’AUTORE
Félix Edouard Vallotton, terzo di quattro figli, nasce nel 1865 a Losanna da genitori protestanti e piccolo borghesi. Nel 1882, a Parigi, frequenta l’Académie Julian. Dal 1885 annota le sue opere nel Livre de Raison. Esegue acqueforti da opere di grandi artisti del Cinquecento. Malgrado conosca Sèrusier, Bonnard e Vuillard, non si unisce ai futuri Nabis, ma al Groupe des Artistes che Odilon Redon, Seurat e Signac hanno fondato. Torna in Svizzera per rimettersi da una crisi depressiva dovuta al non aver trovato una sua poetica. Stringe amicizia con Toulouse-Lautrec e Vuillard, si avvicina al simbolismo; scrive per la «Gazette de Lausanne». Nel 1892, come incisore, illustra testi per molti editori. Oltre alla ritrattistica, si dedica al tema del nudo in interno. Nel 1899 sposa la vedova Gabrielle Rodrigues-Henriques, della famiglia dei mercanti d’arte Bernheim-Jeune. Risente delle influenze di Vuillard, dei Fauves, di Denis. Nel 1903 e nel 1904 realizza piccole sculture; nel 1906 i suoi nudi sono tacciati di accademismo. Nel 1907 scrive il romanzo autobiografico La vie meurtrière. Dal 1920 continua, deluso e depresso, i viaggi in Francia. Nel 1923, a Parigi, dipinge le ultime opere; muore nel1925 per un intervento chirurgico.
|
|
|
|
|