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Piero
Bigongiari,
L’occhio del vento
A cura di Paolo Fabrizio Iacuzzi pag.
44, ISBN
978-88-6226-081-7
Euro
4,00
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UN ASSAGGIO |
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«Scoprì più tardi, assai più tardi, i funai della fortezza, in un angolo dell’immensa piazza d’Armi, dove comincia il viale dell’Arcadia. La fortezza rossocupa coi pioppi slanciati pieni di foglioline verdi; e in un angolo i funai che attorcigliavano, o che altro facessero, con le loro ruote, le grandi, odorose, dorate, secche funi che gli dettero ancora un guizzo, uno degli ultimi veri guizzi, di felicità. Laggiù in fondo quegli uomini cantanti con le loro ruote, che ogni tanto si gridavano qualcosa: e queste corde vibranti tra ruota e ruota, tese per lungo tratto, che davano un’idea di giovinezza indelebile. Cessato il cigolio, lasciavano sul terreno giallo e sonoro, sotto la fortezza di cotto sempre un po’ umida, una polvere giallognola, un piumaggio innocente. Pareva un giuoco che essi fossero lì tutti i giorni. Così che neanche l’equilibrista in piazza del Duomo, lassù in alto sulla corda tesa tra i due palazzi medievali, gli dette la stessa sensazione di libertà: l’asta che lo teneva in equilibrio tremava già più pericolosamente insicura.» |
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L’AUTORE
Piero Bigongiari, poeta e scrittore, critico militante e comparatista, teorico del linguaggio e della letteratura, pensatore e traduttore è nato a Navacchio (Pisa) il 15 ottobre 1914 ed è morto il 7 ottobre 1997 a Firenze, la città dove è stato protagonista della vita culturale italiana e internazionale: dalla fervida stagione europeista degli anni Trenta legata a «Campo di Marte» e «Letteratura» a quella longhiana di «Paragone» dalla partecipazione a «L’Approdo letterario» a «Paradigma», la rivista da lui fondata e diretta dal 1977. È stato professore dell’Università di Firenze, dove ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea. Ha abitato anche a Pescia, Pistoia, Forte dei Marmi e Barberino di Mugello. Le carte e parte della sua biblioteca sono conservati nel Fondo Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio del Comune di Pistoia. Per info, vedi anche www.pierobigongiari.it - I primi sei libri di poesie, dal ’33 al ’63 (L’Arca, La figlia di Babilonia, Rogo, Il corvo bianco, Le mura di Pistoia, Torre d’Arnolfo sono raccolti in Tutte le poesie I (’94), a cura di P. F. Iacuzzi. Fra i volumi di poesie successivi: Antimateria (’72), Moses (’79), Col dito in terra (’86), Suite parigina (’87), Diario americano (’87), Nel delta del poema (’89), Gli Inni (’86), La legge e la leggenda (’92), Abbandonato dall’angelo (’92), Dove finiscono le tracce (’96), Tra splendore e incandescenza (’96). Sono uscite postume, a cura di Iacuzzi, le poesie del ’90, E non vi è alcuna dimora (’99) e del ’96-’97, Il silenzio del poema (2003). Nel 2009 è uscita La pietà, la noia della pietà (’42-44). L’attività in prosa è attestata dai racconti giovanili de Il sole della sera (’94), da Testimone in Grecia (’54) e Testimone in Egitto (’58), da Visibile e invisibile (’85), Una città rocciosa (’94) e Nel giardino di Armida (’96), quest’ultime pubblicate dalle Edizioni Via del Vento. Le traduzioni sono raccolte in Il vento d’ottobre (’61). Fra le opere di critica letteraria: L’elaborazione della lirica leopardiana (’37), Studi (’46), Il senso della lirica italiana (’53), Capitoli di una storia della poesia italiana (’68), Poesia francese del Novecento (’68), Prosa per il Novecento (’70), La poesia come funzione simbolica del linguaggio (’72), Leopardi (’77), Poesia italiana del Novecento (’78-’80), L’evento immobile (’87), Il critico come scrittore (’94) e, postuma, La poesia pensa (’99) e Abroad (2004). Per la critica e la teoria dell’arte si segnalano: Dal Barocco all’informale (’80), Il Seicento fiorentino (’82), Taccuino pittorico (’94). La sua collezione di quadri del Seicento fiorentino, conservata presso la sede della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, è fra le più importanti.
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