«Alla finestra soffiava il vento, la camicia sulla sua schiena sobbalzava dallo spavento. Juška dormiva, il suo petto ora si alzava, ora si abbassava, e il volto lanuginoso e giovane, ancora puerile, sembrava odorare di menta germogliata. Accostandosi al suo letto, gli tolse la coperta; Juška si mosse e si voltò dall’altro lato.
Le tempie le martellavano. Nel buio vide le sue spalle denudate. Con prudenza salì sul letto. Juška si svegliò. Al primo istante sul suo volto apparve lo stupore, ma capì e, alzatosi, le si avvinghiò addosso come un’anguilla.» |