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Irène
Némirovsky,
Giorno d’estate
A cura di Antonio Castronuovo pag.
36, ISBN
978-88-6226-023-7
Euro
4,00
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L’AUTORE
Nata a Kiev nel 1903 nella ricca borghesia ebraica, Irène Némirovsky visse solitaria e infelice: il padre era sempre impegnato, la madre donna egocentrica che non le donò mai un sorriso. Rifugiatasi nei libri cominciò presto a scrivere i primi racconti, fin dall’inizio col suo peculiare stile lucido e introspettivo. Allo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre fuggì con la famiglia in Finlandia e infine in Francia. Trascorse a Parigi vent’anni colmi di successo: laureatasi alla Sorbona, pubblicò il suo primo testo nel ”21 su «Fantasio»; nel ’26 sposò Michel Epstein, da cui ebbe due figlie. Nel ’29 l’editore Grasset pubblicò con grande successo David Golder. Emanate nel ’40, le leggi contro i “fuoriusciti di razza ebraica” colpirono anche lei: nel ’42 iniziarono le deportazioni degli ebrei nei campi di sterminio e lei fu tra questi. Arrestata a Issy-l’Êvêque il 13 luglio, morì ad Auschwitz il 17 agosto, non è certo se a causa di tifo o se uccisa in una camera a gas. Oltre a David Golder, molte sue opere sono già state tradotte in Italia: Il ballo (del ’30), Come le mosche d'autunno (’31), Jézabel (’36), I cani e i lupi (’40), e soprattutto Suite francese che, scritta nei mesi precedenti l’arresto e conservata per anni in manoscritto da una figlia, è stata pubblicata con clamore in tutta Europa.
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