«— Mamma, a chi vuoi più bene, a me o a Musja? No, non mi dire che è la stessa cosa, non è mai la stessa cosa, ce n’è sempre una che si ama un pochino pochino di più, l’altra non si ama di meno, ma quella un filino di più! Do la mia parola d’onore che non mi darà fastidio (sguardo di disapprovazione rivolto a me) se è… Musja.
Tutto ciò, tranne lo sguardo, era ipocrisia pura, perché lei stessa, come anche mia madre e soprattutto io, sapevamo perfettamente chi amava di più. Non faceva altro che aspettare la parola, terribile per me, che anch’io attendevo, con non minore angoscia, sapendo bene che non sarebbe stata detta.» |