«Lui tremava negli indumenti da notte, ma ciò che gli importava, al di sopra di tutto, era vedere il treno passare sotto la finestra. Alla fine, il treno arrivava, la caldaia della locomotiva emergeva lunga, slanciata, luccicava sotto i lampioni oscillanti, le grandi ruote sembravano muoversi appena, coriacee, aggrappate ai binari, e i vagoni, all’apparenza quasi immobili, sembravano compressi sotto la volta del ponte, alti e gravi come i cappelli di chi assista a una sepoltura. Il treno sembrava disabitato, si sarebbe detto che gli sportelli dei vagoni fossero chiusi per sempre, e il fumo bianco discendeva come un nugolo di gabbiani, scivolando senza rumore sopra i tetti umidi e sfavillanti delle carrozze.»
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