Dario Bellezza è nato a Roma nel 1944 e a Roma, dove è sepolto al Cimitero acattolico, è morto nel 1996. Poeta e romanziere, Bellezza ha ottenuto numerosi apprezzamenti dalla critica. Moravia gli scrisse la postfazione al romanzo d’esordio, L’innocenza (1970). Pasolini introducendo la prima silloge di poesie, Invettive e licenze (1971), disse: «Ecco il miglior poeta della nuova generazione!». A Roma, dove è sempre vissuto con il suo forsennato amore/odio per la città, Bellezza ha stretto amicizia con Maraini, Ortese, Morante, con il gruppo della rivista «Nuovi Argomenti», cui collaborò fin dagli anni Sessanta. Sferzante, polemico, narcisista, ironico, ‘maudit’, depresso, ha riempito le sue pagine di una forte disperazione. I suoi libri più famosi restano Lettere da Sodoma (1972) e Morte segreta (1976). Riconobbe come propri maestri gli amici Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini. Attorno a quest’ultimo, cui dedicò alcune poesie, ruota quasi tutta la sua attività saggistica. A Pasolini Bellezza deve molto: i suoi esordi sono seguiti da Pier Paolo che lo propone al mondo editoriale. I due, a Roma, si legano di un’amicizia fraterna, ma sbilanciata: Bellezza subisce indiscutibilmente il fascino della sua poesia, salvo poi rifiutarla per il timore di possibili identificazioni. L’amicizia fra i due subì alti e bassi: a Pasolini Bellezza dedicò gli anni migliori della sua gioventù, ma espresse giudizi controversi sulla sua opera.
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