Aleksandr Aleksandrovic Blok nasce nel 1880 a S. Pietroburgo. I genitori (il padre, di origine tedesca, è professore di diritto pubblico, la madre, letterata, figlia del botanico A. N. Beketov) divorziano nel 1889 e Blok trascorre l’infanzia nella casa del nonno materno a Pietroburgo e nella tenuta di Sachmatovo, presso Mosca. Nel 1903 sposa L. D. Mendeleeva, figlia del celebre chimico. Nel 1906 si laurea presso la facoltà di filologia dell’Università di Pietroburgo. Le sue prime liriche sono raccolte nel ciclo Ante lucem. Decisivo è l’incontro con le dottrine di Vladimir Solov’ev. Entrato in contatto con i maggiori esponenti del decadentismo e del simbolismo, tra cui il gruppo “Argonauti”, inizia una profonda e conflittuale amicizia con A. Belyj. Del 1904 è la sua prima raccolta, Versi sulla Bellissima Dama. Gli avvenimenti del 1905, la crisi coniugale, l’amicizia con la celebre attrice Vera Kommisarzevskaja, la rottura con gli Argonauti, provocano in lui una radicale trasformazione, come testimoniato dal dramma lirico La baracca dei saltimbanchi. Visita più volte l’Europa Occidentale; nel 1909 è in Italia, da cui riporta i Versi italiani. Nel 1918 celebra la Rivoluzione bolscevica nel poema I Dodici e nella lunga poesia Gli Sciti. Accanto a un’esigua produzione teatrale, lascia alcuni saggi di pubblicistica che ne testimoniano i complessi rapporti con l’epoca. Muore il 7 agosto 1921 a Pietrogrado. A compimento de I Dodici aveva siglato: «Oggi io sono un genio».
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