Marina Ivanovna Cvetaeva nasce a Mosca nel 1892 da Ivan Cvetaev, filologo e storico dell’arte e Marija Mejn, pianista di talento di origini polacche. Sin dall’infanzia rivela le sue grandi capacità, cominciando a scrivere poesie dall'età di sei anni. Inizialmente è seguita da un’istitutrice, quindi iscritta ad un ginnasio. A causa dei continui viaggi della famiglia all’estero, Marina continua gli studi presso istituti privati in Svizzera e in Germania (1903-05), terminandoli poi a Mosca. Poco interessata allo studio, preferisce la lettura. Nel 1909 si trasferisce a Parigi dove frequenta le lezioni di letteratura francese alla Sorbona. L’anno dopo pubblica la prima raccolta Album serale. Nel 1912 si sposa con Sergej Efron, ed esce anche la raccolta La lanterna magica e nasce la figlia Ariadna. Nel '13 viene pubblicata la terza raccolta Da due libri.
Dopo la Rivoluzione, comincia per la Cvetaeva un periodo di penuria, disperazione e disgrazie: la morte della figlia minore Irina, la malattia di Ariadna, la scomparsa del marito.
Durante la guerra civile Efron combatte coi bianchi e, dopo la vittoria dei bolscevichi, è costretto a emigrare. Nel maggio '22 Marina con la figlia si reca all’estero in cerca del marito, riparato a Praga.
Negli anni Venti pubblica varie opere nelle riviste russe dell’emigrazione. Escono i volumi Versi per Blok, Il distacco, Psiche, Il mestiere. Si ricordano inoltre la satira lirica L’acchiappatopi (1925-'26), e le tragedie Teseo ('24) Fedra ('28).
Nel '28 esce l’ultima raccolta: Dopo la Russia. Negli anni Trenta la Cvetaeva pubblica principalmente saggi e racconti.
Nel '39, dopo aver soggiornato a Berlino (3 mesi), in Cecoslovacchia (3 anni) e in Francia (14 anni), ritorna in URSS col figlio quattordicenne Georgij. Tra l’agosto e l’ottobre il marito e la figlia Ariadna sono arrestati. L’8 agosto '41 la Cvetaeva insieme al figlio raggiunge Elabuga (Repubblica tartara). Cerca invano un lavoro. Il 31 agosto si suicida, impiccandosi a una trave. Il 2 settembre viene sepolta in una fossa comune nel cimitero di Elabuga.
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