Vittorio Sereni nasce a Luino, sulla sponda del lago Maggiore, ai confini con la Svizzera, il 27 luglio 1913. Studente all’Università di Milano, è del gruppo di intellettuali che si riuniscono intorno al filosofo Antonio Banfi. Nel ’38-’39 fa parte della redazione della rivista milanese «Corrente di Vita giovanile», nelle cui edizioni pubblica il primo libro di versi, Frontiera (1941). Chiamato alle armi come sottotenente di Fanteria viene inviato in Grecia e successivamente in Sicilia, dove nel luglio ’43, con lo sbarco degli Alleati, è fatto prigioniero. Trascorre due anni in campi di concentramento dell’Algeria e del Marocco francese, coltivando un amaro sentimento di esclusione dalla vita reale e dalla Storia. Rientrato a Milano a guerra finita, pubblica il secondo libro di versi, Diario d’Algeria (1947). Insegna nella scuola media-superiore fino al 1952, quando entra nell’Ufficio stampa della Pirelli, continuando una misurata collaborazione a giornali e riviste. Nominato, nel ’58, Direttore letterario della casa editrice Mondadori, concorre da una posizione di primo piano alla sua strategia culturale. Nel ’62 pubblica Gli immediati dintorni e nel ’64 L’opzione, dando sfogo a un’avara ma personalissima vena di prosatore, di cui si alimenta la terza raccolta di versi, Gli strumenti umani (1965), che lo impone tra le voci più influenti sulle nuove generazioni. Nell’81 esce un’antologia delle sue migliori traduzioni poetiche, Il musicante di Saint-Merry, e nell’82 la quarta e ultima raccolta di versi, Stella variabile. Dopo la sua scomparsa (Milano, 10 febbraio 1983) l’editore Mondadori pubblica l’opera in versi edita criticamente da Dante Isella (Poesie, 1995; 4a ed., 2000) e l’opera in prosa, riunita da Giulia Raboni in La tentazione della prosa.
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