Vasco Pratolini (Firenze 1913 - Roma 1991) di famiglia operaia, vive con i nonni dopo la morte della madre e si forma una cultura da autodidatta, frequentando assiduamente la Biblioteca Nazionale di Firenze, mentre lavora come operaio tipografo. L’amicizia con Vittorini, Rosai, Bilenchi e Montale gli consente di avvicinare molti intellettuali e di collaborare a «Il Bargello», «Primato» e «Letteratura», finché nel 1938 non diviene con Gatto condirettore di «Campo di Marte». Trasferitosi a Roma negli anni Quaranta, finisce per unirsi alla Resistenza e negli anni del conflitto pubblica i suoi primi libri: Il tappeto verde (1941), Via de’ Magazzini (1942), Le amiche (1943) e Il quartiere (1944). Nel dopoguerra collabora con «Il Politecnico» e dà alle stampe Cronache di poveri amanti, Cronaca familiare (1947), Un eroe del nostro tempo (1949) e Le ragazze di San Frediano (1952). La trilogia di Una storia italiana che avrebbe dovuto presentare le lotte sociali di fine Ottocento, lo sfacelo morale del fascismo e le perplessità degli intellettuali negli anni immediatamente successivi, impegna molti anni della sua vita: Metello (1955), Lo scialo (1960), Allegoria e derisione (1966). Nell’ultimo trentennio Pratolini lavora a La costanza della ragione (1963) e, in difficili condizioni di salute, alla raccolta di poesie e prose Il mannello di Natascia (1985) e a un quarto romanzo incompiuto di Una storia italiana.
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