Guido Morselli nasce a Bologna il 15 agosto 1912 da Giovanni e Olga Vincenzi. Due anni dopo la famiglia si trasferisce a Milano, dove il padre è direttore generale di un’industria chimica. La madre muore quando Guido ha solo dodici anni. Dopo la maturità classica, si laurea in Giurisprudenza. Viaggia in Europa. Spirito indipendente e originale, detesta regole e costrizioni. Ottiene dal padre una sorta di vitalizio che gli consente di dedicarsi alla lettura e alla scrittura. Lettore onnivoro, comincia presto a comporre brevi articoli e racconti; inizia la stesura di un Diario, che non abbandonerà mai. Il suo primo saggio, Proust o del sentimento esce nel ’43 da Garzanti, quando Guido, ufficiale, sarà già in Calabria con l’esercito. Nel ’47 esce da Bocca Realismo e fantasia, in forma di dialoghi filosofici. La famiglia sfolla a Varese in una villa dove, dopo la guerra, Guido vivrà solo, sino al ’52, quando si farà costruire una casetta rosa a Gavirate, sul poggio di Santa Trìnita. Da qui si muoverà solo per brevi viaggi o vacanze, spesso in compagnia di Maria Bruna Bianchi, che sarà musa ispiratrice nonché erede dei suoi scritti.
Tutte le sue opere, composte nell’isolamento di Gavirate, saranno pubblicate postume: il saggio Fede e critica e i grandi romanzi della maturità (Un dramma borghese, Il comunista, Roma senza papa, Contropassato-prossimo, Divertimento 1889, Dissipatio H.G.).
Nella notte del 31 luglio 1973, a Varese, si spara un colpo di rivoltella.
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