Sorella minore di Arthur, Isabelle Rimbaud nacque a Charleville, in Francia, nel 1860. La ragazza fu succube di una madre autoritaria, Vitalie Cuif, che apparteneva a una famiglia di agricoltori proprietari, con terre nel vicino villaggio di Roche. Isabelle studiò presso le Dame del Santo Sepolcro, e nel 1879 si trasferì a Roche dove, assieme alla madre, gestì e diresse il lavoro campi. Anni dopo fu chiesta in sposa da un piccolo proprietario del luogo, ricco ma insignificante. Avrebbe forse accolto l’offerta se nell’estate del 1891 Arthur, reduce da peregrinazioni africane e amputato di una gamba a Marsiglia, non fosse giunto a Roche per trovare un po’ di pace. Fu lui a dissuaderla da quel matrimonio, e fu per lei, giunta zitella a trent’anni, una rinascita: trovò nell’assistenza al fratello una sorta di missione divina che le donò un senso di vita. Un mese dopo Arthur volle ripartire, e Isabelle lo accompagnò: presero il treno a fine agosto e giunsero a Marsiglia, dove Arthur morì a novembre, dopo una lunga agonia. A Charleville Isabelle entrò poi in corrispondenza col poeta Pierre Dufour (in arte Paterne Berrichon): si sposarono e andarono a vivere ad Auteuil, sobborgo di Parigi, diventando devoti – con libertà di correggere e tagliare i suoi testi – alla memoria di Arthur. Isabelle scrisse vari ricordi degli ultimi mesi di Arthur; ma non solo: nel 1916 apparvero sul «Mercure de France» pagine di un suo romanzo intitolato Dans les remous de la bataille, poi pubblicato in volume da Chapelot. Ammalatasi di una malattia simile a quella del fratello, entrò nel maggio 1917 in ospedale dove subì una grave operazione. Morì il 20 giugno di quell’anno.
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