Ernest Miller Hemingway nasce a Oak Park (Illinois), nel 1899. Fin dai primi anni di vita, grazie alle lunghe estati trascorse nel cottage di famiglia ai margini dei Grandi Laghi e delle foreste maestose del Michigan, impara ad amare la natura e la vita all’aria aperta. Ha buoni rapporti con il padre, medico anch’egli amante della natura, che accompagna nelle sue visite ai campi indiani. Questo paesaggio dell’anima, informato di bellezza e forza fisica, costituirà un riferimento continuo e privilegiato della sua opera. Dopo il diploma comincia a scrivere per giornali importanti. A metà strada tra il soldato di ventura e il corrispondente di guerra lo ritroviamo su tanti campi di battaglia che hanno insanguinato l’oriente e l’occidente nella prima metà del secolo scorso. Irrequieto vagabondo cacciatore di avventure e di passioni, ben presto scopre il morso di una depressione sempre in agguato e feroce. Raramente nella storia della letteratura si incontrano intrecci più stretti tra la vita e l’opera di un autore. Tra le sue opere più famose Il sole sorge ancora (1927), Addio alle armi (1929), Verdi colline d’Africa (1935), I quarantanove racconti (1938), Per chi suona la campana (1940), Il vecchio e il mare (1952). Nel 1954 gli viene conferito il premio Nobel, ma per le pessime condizioni di salute non potrà andare a ritirarlo. Il 6 luglio 1961, a seguito di lunga depressione, si uccide.
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