|
Elisabeth
van Gogh,
Mio fratello Vincent
a cura di Francesca Degani pag.
48, ISBN
978-88-6226-059-6
Euro
4,00 (2° edizione)
|
|
UN ASSAGGIO |
|
«La fronte prominente e già solcata di rughe leggere, con le sopracciglia contratte per l’intensità delle sue riflessioni, sopra occhi piccoli e infossati di colore cangiante, fra il blu e il verde, a seconda della profondità dell’impressione che suscitava in lui la presenza di tutto ciò che lo circondava. Già in così giovane età, dal suo aspetto sgraziato emergeva la profondità di tutto il suo essere. I suoi fratelli e sorelle gli erano estranei; la sua stessa persona gli era estranea, come lo era la sua giovinezza. Non ancora adulto, il suo genio era già totalmente presente in lui, ma lui non ne era consapevole, come un neonato che non sa che cos’è una madre, benché ne riconosca la voce». |
|
|
|
|
|
L’AUTORE
Elisabeth van Gogh, nasce nel 1859 da Theodorus van Gogh, pastore protestante a Groot-Zundert, nel sud dell’Olanda, e da Anna Cornelia Carbentus. I genitori dopo il primo bambino nato morto nel 1852, chiamato Vincent, hanno altri cinque figli, di cui il primo sempre di nome Vincent (1853). Elisabeth dal 1880 lavora alla villa Eikenhorst di Soesterberg, dove si prende cura di Catharina du Quesne van Bruchem-van Willis, gravemente malata, moglie di Jean Philippe Theodore du Quesne van Bruchem, avvocato a Utrecht. Trova affascinante il padrone di casa, è ricambiata, rimane incinta di lui. Ne esce un grave scandalo perché lui è già sposato e perché la moglie è ammalata di cancro. Du Quesne van Bruchem e Elisabeth si recano nel 1886 in Inghilterra perché lei possa partorire in condizioni tranquille, ma il parto avviene durante il viaggio, ancora in Francia, nel paesino di Saint-Sauveur-le-Vicomte, dando alla luce Hubertina van Gogh che viene affidata a Frederique Balley, una vedova di 22 anni, proprietaria di una piccola drogheria nel paese. Anni dopo la morte di Du Quesne van Bruchem, nel 1921, Elisabeth si reca in Francia per andare a prendere la figlia, ma Hubertina rifiuta di seguire la madre in Olanda, preferendo rimanere con la donna che l’ha allevata. Elisabeth muore nel 1936.
|
|
|
|
|